La LP Attitude, società di sviluppo commerciale, comunicazione e digital transformation, è Membro e Contributore Scientifico della Fondazione Italia Cina (Milano) per i settori Beni di Lusso e Moda in Cina. Ogni anno la Fondazione pubblica il Rapporto Annuale CeSif sulle condizioni economiche in Cina. La LP Attitude redige il capitolo Beni di Lusso e presenta gli ultimi dati presso conferenze organizzati dalla Fondazione. La nuova edizione 2022 uscirà a fine maggio 2022. Questo è l'estratto del capitolo Beni di Lusso per l'edizione 2021:
Dopo un primo e secondo quadrimestre altalenante, il settore cinese dei beni di lusso ha chiuso il 2020 nel segno positivo per i principali bench-mark brand italiani del comparto personal luxury goods con una crescita tra il 20 e 30% in confronto allo stesso periodo 2019. Mentre il primo quadrimestre 2021 ha registrato forti incrementi per Gucci (+94% nell’area Asia-Pacific), Prada (+52% in Cina), Zegna (+41% in Cina) e Ferragamo (crescita a doppia cifra in Cina). Complessivamente le vendite dei luxury goods (inclusi gli hard good, ovvero orologi, gioielleria) hanno recuperato fortemente malgrado le prime chiusure e lockdown dovuti al Covid-19. La conseguente riduzione dei viaggi internazionali ha costretto i consumatori cinesi ad effettuare la maggior parte dei loro acquisti sul territorio della Mainland China piuttosto che nei soliti hub dei risparmi esteri. Di conseguenza, il comparto del lusso acquistato in Cina è cresciuto di circa il 48% nel 2020, per un totale di 346 miliardi di Rmb (Bain & Co.-Tmall Luxury).
Questa diminuzione dei viaggi internazionali ha contribuito ad un calo generale del 35% nei consumi dei beni di lusso acquistati all’estero da parte dei consumatori cinesi nel 2020: si tratta del segmento di consumo maggiormente danneggiato dalla pandemia in confronto ai beni di largo consumo, alimentari, ristorazione, eccetera. La crescita dei consumi sul territorio nazionale non ha potuto compensare per queste riduzioni oltreoceano. E mentre complessivamente il settore globale del lusso si è contratto del 23%, la fetta di mercato sul territorio cinese è praticamente raddoppiata dall’11% al 20%. Malgrado le criticità poste dalla pandemia, i consumatori cinesi rimangono la più grande opportunità per il settore dei beni di lusso. Questa crescita dovrebbe continuare anche dopo la normalizzazione delle vendite ai livelli pre-Covid, riportando la Cina sulla retta via per essere il primo mercato mondiale del lusso entro il 2025. Nei prossimi cinque anni si prevede un raddoppio delle vendite in Cina, in relazione a regione/marchio/segmento, mentre negli USA e in Europa si prevede una crescita del lusso più lenta.
Durante il lockdown e la successiva ripresa si è verificato un accelerato ritmo delle vendite nel canale online (articoli per la casa, beauty, sport, fast fashion), una maggiore presa di coscienza dei valori sull’ambiente e sociali, un incremento dell’attenzione verso marchi con valori etici alti, un forte nazionalismo e una maggiore volontà della classe media di emergere. Quindi non si prevede un forte effetto di revenge spending di massa, ma solo per alcuni casi da parte degli Ultra High Net Worth Individuals (UHNWI), ovvero i veri abbienti cinesi.
Secondo la lista Forbes Billionaires 2021, la Cina è al secondo posto per numero di miliardari, ma prima nella crescita dei nuovi ricchi in confronto agli Stati Uniti. Infatti, dal mese di marzo 2020 la Cina ha prodotto 239 nuovi miliardari, portando il suo totale di Paperoni a 626, in confronto ai 383 miliardari nel 2020. Questo dimostra quanto la velocità della ripresa economica sia stata rapida e i ritorni finanziari e borsistici nei settori e-commerce, farmaceutica e automobili elettriche siano stati maggiori. L’imprenditore di acqua imbottigliata e farmaceutici Zong Shanshan è considerato l’uomo più ricco della Cina con un patrimonio di 67 miliardi di dollari, seguito da Pony Ma (Tencent) e Jack Ma (Alibaba). Pechino è la città con il maggior numero di miliardari nel mondo (145) e sei delle dieci maggiori città mondiali con la più alta concentrazione di miliardari si trovano in Cina (Pechino, Hong Kong, Shenzhen, Shanghai, Hangzhou, Guangzhou).
Anche se le vendite online crescono in maniera esponenziale, i marchi del lusso presenti in Cina stanno espandendo la loro rete di negozi nelle fasce interne (di livello 2, 3) e spesso aprono il loro secondo punto vendita nelle stesse città. Le attività di marketing maggiormente utilizzate nel retail fisico sono eventi/fiere di alta gioielleria e sfilate di moda, presentazioni di nuovi prodotti ad invito, pop-up store per presentazioni stagionali, aperture di flagship e caffè a tema. Spesso durante questi eventi vengono ingaggiati personaggi VIP e influencer in concomitanza di campagne online attraverso KOL per creare un’ulteriore risonanza. Altri momenti esperienziali in crescita sono reception VIP, compleanni VIC (very-important customer) celebrati nei negozi e preview esclusivi delle collezioni.
Alcuni importanti trend commerciali sono emersi durante il 2020 in seguito alla diminuzione dei viaggi internazionali e al fatto che i prezzi retail in Cina continuano ad essere maggiori rispetto ai Paesi circostanti (Corea del Sud, Giappone). Il primo trend è l’incremento di punti vendita duty free gestiti dal Governo cinese (per esempio ad Hainan e Shenzhen). Anche se il duty free di Hainan esiste da dieci anni, nel 2020 il Governo ha incrementato la quota annua dei consumi per persona a 100 mila Rmb (prima erano 30 mila Rmb) e si prevede che nuove licenze siano rilasciate da parte della China Duty Free Group per trasformare l’intera isola in una Free Trade Zone entro il 2025. I marchi del lusso intravedono il modello Hainan come un’opportunità non solo perché offre un’alternativa alle destinazioni tradizionali di Hong Kong e Corea del Sud, ma anche perché fa parte del piano nazionale per mantenere maggiormente i consumi interni alla mainland China.
Molti operatori nei canali retail specializzati per viaggiatori (aeroporti, duty free nelle località tu- ristiche) si sono visti carichi di inventari durante la pandemia e vi è stata una naturale importazione parallela nella Cina degli over-stock. Nella sola Corea del Sud le vendite sono diminuite del 30%, mentre i visitatori sono diminuiti del 78% in confronto al 2019. Questo dumping di prodotto ha creato un caos nei prezzi retail, dove in Cina si sono visti spread di 30-40% tra i prezzi ufficiali dei marchi in confronto a quelli paralleli d’importazione. Questo ha causato un ulteriore ribassamento medio di 5% sui listini ufficiali dei marchi di lusso in Cina.
Le due condizioni commerciali sopra elencate e l’incremento di interesse da parte dei nuovi con- sumatori del lusso nelle